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E in cambio non chiedo niente, soltanto un sorriso

by RainbowLSparrow 0 reviews

"Kakashi e Naruto erano rimasti vicini a lui, avevano provato a consolarlo, ma a quanto pare, la ferita per quell'Iruka era ancora troppo fresca per poter pensare ad altro se non a tutto quello che...

Category: Naruto - Rating: PG - Genres: Angst - Characters: Iruka,Kakashi,Naruto,Sakura,Tsunade - Warnings: [?] - Published: 2021-03-29 - 6516 words

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Non avevano mai visto Iruka in quello stato. Naruto e Kakashi erano piuttosto preoccupati. Erano passate ore ormai da quando si era rannicchiato in un angolo della stanza, schiena al muro ed era scoppiato in un pianto disperato, rifiutando di riconoscere la loro esistenza. Non avevano mai visto Iruka piangere in quel modo. In generale, le volte in cui lo avevano visto piangere, potevano contarle sulle dita di una mano. Sapevano che non sarebbe stato facile, ma prendersi cura di un Iruka di 10 anni, si stava rivelando più difficile del previsto.

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Erano stati chiamati qualche ora prima dalla scuola e avevano pensato inizialmente che Iruka fosse collassato dopo una notte passata a correggere compiti. Capitava più spesso di quanto tutti loro, Iruka incluso, ci tenessero ad ammettere. Sfortunatamente in quei giorni Naruto e Kakashi erano in missione e in mancanza di qualcuno presente per ricordarglielo, Iruka aveva sicuramente evitato di dare retta al buon senso e aveva superato di nuovo il limite. Sarebbe bastato riportarlo a casa e metterlo a letto. Ora che erano tornati non si sarebbe potuto rifiutare. La situazione però non era quella e lo scoprirono solo dopo aver raggiunto la scuola.

Entrarono scortati da un collega di Iruka aspettando di trovarsi davanti un Iruka distrutto, adagiato su un lettino, come era capitato già altre volte. Ma a giudicare dalla tensione che percepivano, doveva esserci dell'altro. Appena arrivarono davanti alla porta dell'ufficio dell'Hokage, cominciarono a capire che doveva essere successo qualcosa di decisamente più grave. La tensione si era fatta così pressante, che cominciarono a sentirsi veramente preoccupati. Non sapevano più cosa aspettarsi adesso. La situazione che si ritrovarono davanti agli occhi, non appena entrarono nella stanza, li prese alla sprovvista.

Si ritrovarono davanti ad una situazione singolare, alla scrivania c'era Tsunade, che esaminava esasperata e intristita delle carte, tenendosi le mani tra la testa. Era palesemente di pessimo umore per qualunque cosa fosse successa. Nella stanza oltre a lei rannicchiato su una poltrona con il viso nascosto tra le ginocchia, c'era un bambino. Dal modo in cui le sue spalle tremavano era evidente stesse piangendo, ma se non avessero guardato nella sua direzione probabilmente non si sarebbero nemmeno resi conto della sua presenza da quanto quel pianto fosse silenzioso.

"Finalmente siete arrivati! Sto cercando di calmarlo da almeno un'ora, ma qualsiasi cosa faccia non smette di piangere!" la sua voce era triste, e molto stanca. "Provate voi! Lo conoscete meglio di me, magari riuscite a calmarlo!" Si voltarono verso il bambino perplessi e osservandolo bene notarono che aveva qualcosa di molto familiare, ed allora capirono.

"Iruka?! Quello è Iruka? Cosa gli è successo?" a quelle parole urlate in un sussurro, Tsunade propose loro di spostarsi momentaneamente in una saletta accanto lasciando il piccolo Iruka con il ragazzo che li aveva accompagnati fin lì. Mentre lasciavano la stanza lo videro provare a consolare Iruka con non molto successo. Iruka era irremovibile e non si spostava dalla sua posizione ignorando totalmente l'altro. Arrivati nell'altra sala, Tsunade li informò subito riguardo cosa fosse accaduto.

"C'è stato un attacco nemico all'accademia. Non è stata una cosa molto grave e la minaccia è stata subito eliminata, anche grazie allo stesso Iruka che ha dato l'allarme. Durante l'attacco Iruka è stato colpito da un Jutsu del quale al momento non sappiamo nulla, non mi è mai successo di incontrare qualcosa del genere, però sto studiando una soluzione per riportarlo a come era prima." dopo aver spiegato loro l'accaduto, sembrò rilassarsi un poco.

Naruto e Kakashi avevano piena fiducia in Tsunade, non avevano alcun dubbio che sarebbe riuscita a trovare una soluzione a quella situazione, ma fino a quel momento loro non avevano alcuna idea di come sarebbero riusciti a cavarsela con Iruka. Sembrava inconsolabile e loro non lo avevano mai visto in quelle condizioni. "Che cosa è successo durante l'attacco? Per quale ragione è in quello stato?"

A questa domanda Tsunade sembrò incupirsi "Da quel che sono riuscita a capire prima che si chiudesse a riccio, al momento Iruka ha 10 anni... Questo è un periodo molto delicato della sua vita. Per lui è appena avvenuto l'attacco della Volpe a Nove code. I suoi genitori sono appena morti..." Man mano che parlava la sua voce si faceva sempre più sottile, fino a diventare poco più di un sussurro alla fine del discorso.

La notizia li colpì come un macigno! Come sarebbero riusciti a gestire una situazione del genere? Iruka era stato per così tanto tempo il pilastro di entrambi, che si erano quasi scordati del fatto che anche lui potesse essere debole, che anche lui avesse vissuto il suo piccolo inferno personale. Aveva raccolto entrambi, prima Naruto e in seguito Kakashi e si era preso cura di loro riavvicinandoli ad una vita gioiosa, ad una vita degna di essere vissuta, piena dell'amore, che per un motivo o l'altro non avevano potuto ricevere da altri. Sarebbe toccato a loro restituirgli l'amore che aveva dato loro, ora che ne aveva più bisogno. Non potevano fare nulla per per riportare indietro l'Iruka che conoscevano (a quello ci avrebbe pensato Tsunade), però potevano fare qualcosa per provare ad alleggerire un po' la sofferenza dell'Iruka che avevano appena incontrato.

Nel passato Iruka era stato solo, terribilmente solo... Invece ora, era circondato da persone che lo amavano, non avrebbe dovuto affrontare tutto da solo, non una seconda volta. Lui si era preso cura di loro, e adesso era arrivato il momento di ricambiare. Iruka li amava senza chiedere nulla in cambio, mai. Però adesso più che mai, avevano voglia di restituire tutto l'amore che lui aveva dato loro. Perchè non si meritava di soffrire così!

Ritornarono nell'altra stanza, convinti di questa cosa. Iruka era ancora lì, sembrava essersi calmato un po', ma non si era spostato nemmeno di un millimetro, dalla posizione in cui lo avevano lasciato.
Fu Kakashi il primo ad avvicinarsi. Si accovacciò accanto alla poltrona dove si trovava Iruka e cominciò a passargli una mano sulla schiena per rassicurarlo. Un gesto delicato ma fermo, le mani leggere ma decise. Era qualcosa che Iruka aveva fatto più volte con lui quando stava male. Tutto quello che sapeva riguardo il consolare qualcuno lo aveva imparato da lui.

Iruka a quel punto alzò lo sguardo, per vedere a chi appartenesse quella mano rassicurante sulla sua schiena. Se guardarlo rannicchiato gli aveva procurato una fitta al cuore, guardare il suo volto, aveva portato il dolore ad un nuovo livello. Gli occhi rossi di pianto, le guance rigate di lacrime, la bocca che tremava e il naso che colava. Un dolore che non gli aveva mai visto in volto. Questo era l'Iruka che aveva appena scoperto quanto potesse essere crudele la vita. Queste erano le macerie dalle quali era nato l'Iruka che avevano conosciuto loro.

Kakashi gli prese il volto con la mano libera e gli asciugò le lacrime passandoci sopra il pollice. Iruka lo guardò confuso, in fin dei conti al momento per quell'Iruka, lui non era altro che un estraneo. "Ciao Iruka-kun! Io sono Kakashi e il ragazzo dietro di me si chiama Naruto! Lo so che sei triste e spaventato, però non puoi rimanere qui. Tsunade-sama ha molto da fare, ed è stato deciso che per il momento verrai a stare con noi!" Iruka si scostò bruscamente dal contatto e lo guardò contrariato, non disse niente, ma sembrava potesse urlagli contro da un momento all'altro.

A quel punto Naruto, si avvicinò alla poltrona, sollevò Iruka e alzandosi in piedi, lo strinse in un abbraccio, poi si accostò al suo orecchio e gli sussurrò una melodia, cullandolo un po'. Era qualcosa che non gli avevano mai visto fare con nessuno, un suo lato che era sconosciuto a tutti. Nell'udire quella melodia Iruka ricominciò a piangere, ma smise di opporrgli resistenza, al contrario, abbracciò Naruto più forte e nascose il viso sulla sua spalla.

Sul volto di tutti i presenti si poteva leggere lo stupore causato da quella scena e anche se tutti avrebbero voluto dar voce a quella domanda silenziosamente condivisa, nessuno di loro aprì bocca. Non volevano che quel momento si spezzasse, qualunque cosa fosse successa. Naruto aveva un sorriso triste, con una mano sorreggeva Iruka, mentre con l'altra gli accarezzava i capelli sciolti. "Andiamo a casa Ruka?!" Iruka annuì contro la sua spalla, abbracciandolo ancora più forte.

Il tempo di un saluto veloce e Naruto era già fuori dalla porta, seguito a breve distanza da Kakashi.

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Ci misero molto tempo quella sera a mettere Iruka a dormire. Si rifiutava di ascoltare qualsiasi cosa provassero a dirgli, si era accasciato in un angolino della stanza e li aveva ignorati. Avevano provato a farlo mangiare, ma aveva rifiutato il cibo. Avevano dovuto aspettare che fosse troppo stanco per opporsi per poterlo portare a letto. Kakashi e Naruto erano rimasti vicini a lui, avevano provato a consolarlo, ma a quanto pare, la ferita per quell'Iruka era ancora troppo fresca per poter pensare ad altro se non a tutto quello che aveva vissuto. Alla fine aveva pianto fino a quando non era crollato.

Kakashi e Naruto avevano portato due poltrone nella stanza da sistemare accanto al letto per rimanere lì nel caso Iruka avesse avuto bisogno di qualcuno. Fù lì, che una volta sistemati, Kakashi diede voce a quella domanda che tratteneva da diverse ore. "Naruto... posso farti una domanda?" L'iterpellato, lo guardò curioso, facendo un verso di assenso. "Che cosa è successo con Iruka prima, nell'ufficio dell'Hokage? Che cosa gli stavi cantando?" la voce un sussurro, mentre si sporgeva per vedere se Iruka stesse bene. "Oh! Quella è una canzone che mi aveva insegnato Iruka quando ero piccolo."

Gli occhi di Naruto brillavano, mentre si chinava anche lui per controllare Iruka. Al momento era tranquillo, ma sapevano bene, che sarebbe potuto svegliarsi in preda agli incubi. "Mi aveva visto un giorno che ero più giù del solito. Mi sentivo solo e pensavo che a nessuno importasse niente di me... Beh, Iruka lo aveva capito e quindi mi aveva insegnato quella melodia e mi aveva spiegato cosa significasse per lui." Aveva gli occhi che luccicavano mentre condivideva con lui quel ricordo.

"Mi aveva spiegato che questa melodia, la conoscevano solo le persone della sua famiglia. Che se la trasmettevano da generazioni. Non sapevano bene da dove e da chi provenisse, ma non avevano mai smesso di tramandarsela di genitore in figlio. Iruka me l'aveva insegnata, perchè diceva che per lui ero come un fratello minore. Io per lui, ero famiglia e aveva cercato di farmelo capire così!" dal suo volto si poteva capire quanto per lui significasse questo ricordo.

Rimasero per un po' in un silenzio confortevole, rimuginando su tutto quello che stava accadendo, erano pieni di domande e dubbi, di paure che non sapevano debellare. Fù in quel momento di calma, che vennero richiamati all'attenzione da un verso strozzato di Iruka. Era stato solo un verso, ma dopo pochi minuti il suo sonno, fino a quel momento tranquillo si era fatto irrequieto.

Aveva cominciato ad agitarsi nel letto, rotolando da una parte all'altra, con un'espressione di puro dolore in volto, il respiro sempre più veloce, era in preda al panico. Gli si fecero vicini, ma non troppo, per permettergli di avere spazio per respirare. "Ruka, svegliati! è solo un incubo! è tutto a posto!" Sapevano benissimo che quello non era solo un incubo e che non era affatto tutto a posto, ma a quel punto non sapevano più che cosa dire. Sapevano solo che dovevano svegliarlo prima che finisse col farsi del male.

Iruka si svegliò di soprassalto, soffocando in gola un urlo, era scosso dai tremiti. Si teneva una mano stetta al petto e non riusciva a respirare. Un attacco di panico.
Nonostante Kakashi e Naruto provassero a rassicurarlo, Iruka sembrava non sentirli, immerso ancora nei ricordi di ciò che era stato. Aveva la testa nascosta tra le ginocchia, le mani tra i capelli, che tiravano ciocche, fino a procurarsi dolore.

A quel punto, Naruto decise di intervenire. Gli prese le mani, per impedirgli di farsi del male e cominciò a parlargli con voce calma. Fortunatemente Iruka sembrò non reagire negativamente al contatto. "Iruka! Iruka guardami!" Iruka alzò la testa di scatto, puntando i suoi occhi terrorizzati, in quelli calmi di Naruto, che prese una delle sue mani e se la portò al petto. "Bene Iruka. Adesso devi respirare. Segui me, ok?" Nonostante lo stato in cui si trovava Iruka sembrò avrelo capito, qundi Naruto ricominciò a parlargli. "Bene! Adesso, inspira... lentamente. Poi espira... Bene, proprio così! Di nuovo, inspira... ed espira..."

Anche lui soffriva di attacchi di panico ed era stato proprio Iruka ad insegnargli come affrontarli, adesso che aveva visto tutto questo, sentiva di capire un po' di più da dove venissero le capacità di Iruka nell'affrontare quelle situazioni. Adesso sembrava essersi calmato un po', ma era ovviamente ancora molto scosso. Kakashi nel frattempo aveva richiamato Bisuke, uno dei suoi Ninken, lui avrebbe saputo cosa fare. Gli era capitato più volte di avere a che fare con gli attacchi di panico di Kakashi e adesso aveva sviluppato una notevole esperienza in materia.

Kakashi si sentiva impotente in quella situazione. Sapeva difendere i suoi cari dalle minacce fisiche, ma non da questi altri tipi di minacce. Solo in quel momento si rendeva conto di quanto dipendesse da Iruka, sul piano affettivo. Era Iruka che si prendeva sempre cura della loro salute dal punto di vista psicologico. Era la roccia al quale si affidavano completamente. Solo in quel momento Kakashi si rendeva conto di quanto Iruka avesse dato loro senza mai chiedere nulla in cambio. Di quanto fosse forte. Vedere Iruka in quello stato lo dilaniava nel profondo.
Gli si strinse il petto nel vederlo così. Fragile, mentre si addormentava stringendo Bisuke a sè.

"Lo avevi mai visto avere un attacco di panico del genere?" la voce di Naruto era preoccupata. La violenza con cui si era presentato quell'attacco di panico lo aveva disarmato. "Non lo avevo mai visto avere un attacco di panico, figuriamoci uno di questa portata..." La risposta di Kakashi, preoccupato quanto lui, non servì in alcun modo a rassicurarlo.

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Erano passate diverse ore da quell'attacco di panico, Kakashi e Iruka avevano dormito un paio d'ore ciascuno, dandosi il cambio per rimanere accanto ad Iruka nel caso avesse avuto un altro attacco di panico. Bisuke era rimasto tutto il tempo al suo fianco, questa cosa sembrava aver avuto un effetto positivo su Iruka, che non aveva avuto altri episodi del genere per tutto il resto della notte.

Man mano che il tempo passava, Naruto sentiva una sensazione sgradevole crescergli dentro, una sensazione che però non apparteneva a lui. Kurama. Di solito non esitava a metter bocca in ogni situazione nella quale si trovavano, ma quel giorno era stranamente silenzioso. Questa era la cosa più simile al rimorso che gli avesse mai sentito provare. Almeno per il momento però, non gli avrebbe chiesto nulla, ma era convinto ci sarebbe ritornato più avanti. Tutto ciò che stava affrontando quell'Iruka, era causa di ciò che aveva fatto anni prima, ma Kurama era troppo fiero per ammettere di provare qualcosa di anche solo vagamente simile al rimorso per qualcosa che aveva fatto.

Mentre pensava a tutto questo, Naruto venne richiamato bruscamente alla realtà da un tonfo. Corse immediatamente nella stanza dove aveva lasciato Iruka insieme a Kakashi e Bisuke. Appena vi mise piede, si ritrovò davanti ad una scena che non sapeva come descrivere. Se in quel momento non fosse stato così triste per Iruka, probabilmente l'avrebbe potuto trovare divertente.

Mentre dormiva Iruka aveva l'abitudine di arrotolarsi nelle coperte, tanto che a volte rimaneva bloccato e ci metteva un po' per srotolarsele di dosso. A quanto pare era qualcosa che aveva l'abitudine di fare sin da bambino a giudicare dal rotolo di coperte che continuava a dimenarsi sul pavimento. Più Kakashi cercava di aiutarlo, più Iruka si ritrovava bloccato cercando di rotolare via da lui.

A guardarla bene quella scena però, era veramente tanto divertente, talmente tanto che non riuscì a trattenere una risata strozzata. "Iruka, fermati e fatti aiutare!" Naruto aveva un tono amichevole, alleggerito da quella risata mal trattenuta. "No! Lasciatemi stare non ho chiesto il vostro aiuto!" continuava a rotolare via ogni volta che provavano ad aiutarlo, quindi a queste sue parole, decisero fosse meglio lasciargli il suo spazio. L'Iruka bambino era ancora più testardo della sua controparte adulta.

Una volta liberatosi di Kakashi e Naruto, Iruka non ci mise molto a districare il groviglio di coperte nel quale si ritrovava. Aveva il viso un po' imbronciato, non sembrava affatto contento di essersi svegliato, non in quel modo perlomeno. Non potevano di certo biasimarlo, svegliarsi in quel modo non era affatto piacevole, soprattuto dopo una nottataccia come quella che aveva passato lui.

"Buongiorno Iruka! Come ti senti?" Kakashi teneva la sua voce abbastanza bassa da non disturbarlo, ma abbastanza alta da non uscir fuori come un sussurro. Da adulto, non era mattiniero, quindi pensava anche la sua controparte più giovane potesse non esserlo. Infatti Iruka, seppur libero dalle coperte, era rimasto seduto a terra con gli occhi semichiusi, guardandosi intorno con aria confusa.

Naruto che di energia in corpo ne aveva sempre avuta fin troppa a qualsiasi ora del giorno e della notte, sia da sveglio che da addormentato, optò per un approccio decisamente meno calmo e andò in direzione di Iruka e lo prese in braccio. "Buongiorno Ruka! Come va questa mattina?" La sua voce decisamente più squillante rispetto a quella di Kakashi.

Iruka seppur contrariato per tutta quella vivacità di prima mattina, non sembrò prendersela troppo con Naruto. "Che ne dici di una bella colazione?" Iruka non disse nulla, appoggiò la testa sulla spalla di Naruto e gli strinse le braccia al collo. Con un sorriso raggiante in volto Naruto si spostò in cucina, dove venne seguito da Kakashi, che si mise prontamente a preparare la colazione.

Non sapeva bene cosa preparare. Avrebbe tentato, con la loro solita colazione, nella speranza che i gusti di Iruka nel tempo fossero rimasti più o meno simili. Nel frattempo Naruto si mise seduto a tavola, Iruka ancora stretto a sé come un koala. Gli passava una mano tra i capelli sciolti per districarne i grovigli che si erano creati durante la notte. Ogni tanto gli lasciava un bacio sulla testa, mentre ricambiava il suo abbraccio.

Era così chiara l'impronta di Iruka in tutto ciò che Naruto faceva. Il giorno prima Kakashi non se ne era reso conto, preso dalle emozioni del momento, ma adesso gli appariva chiaro. Seppur con un'impronta molto personale, era chiara l'influenza che l'Iruka adulto aveva nel modo in cui Naruto si occupava dell'Iruka bambino. Gli aveva visto fare le stesse cose con i suoi studenti migliaia di volte. Il modo di fare di Naruto, per certi versi, si era plasmato anche a partire da quello di Iruka. Non si era mai reso conto effettivamente di questa cosa, fino a quel momento. Iruka si era preso cura dei suoi alunni così bene, da aver lasciato un'impronta così importante in loro. Provava un misto di invidia ed ammirazione nei suoi confronti!

Solitamente la loro colazione era molto veloce e poco tradizionale, avevano sempre troppi impegni per potervi dedicare più tempo del necessario. Mangiavano cereali, biscotti, fette biscottate tutto buttato giù con una tazza di thè o caffè, a seconda della giornata. Probabilmente non era affatto il tipo di colazione al quale questo Iruka era abituato, ma con il frigo e la credenza vuoti, c'era poco che potesse fare. Il giorno prima non c'era stato tempo per occuparsi della spesa. Avrebbero fatto un tentativo con quello che c'era a disposizione, altrimenti sarebbero usciti a prendere qualcosa.

Preparò le ciotole con i cereali, riscaldò un po' di latte, aprì un pacco di biscotti, tostò il pane e prese marmellata e crema di nocciole. Mise tutto sul tavolo, davanti a Iruka per permettergli di scegliere ciò che più lo ispirava. Era ancora aggrovigliato a Naruto, si trovava in uno stato tra la veglia e il sonno. Era ancora stremato dalla notte precedente.

Naruto picchiettò gentilmente con le dita sulla sua schiena per richiamare la sua attenzione "Ruka svegliati! La colazione è pronta!" il tono di Naruto era molto più pacato adesso, mentre cercava gentilmente di attirare a sé l'attenzione di Iruka, che non ne voleva sapere di spostarsi dalla posizione che aveva preso rannicchiato contro Naruto. Rimaneva aggrappato come se ne dipendesse la sua vita, come se rompendo il contatto l'altro potesse sparire nel nulla.

Una reazione piuttosto giustificata, se si pensava a tutto ciò che quell'Iruka aveva appena vissuto. Nella tragedia aveva trovato un punto fermo al quale appigliarsi per rendere quella situazione più sopportabile, e quel punto era Naruto. Paradossalmente la persona che portava in sé la causa di tutti i suoi mali, era l'unica che riusciva in quel momento a farlo stare bene.

Era sempre stato così. Naruto aveva un qualcosa in sé che attirava le persone, che le faceva stare bene. Chiunque si trovasse accanto a lui non poteva non cedere a quel fascino misterioso, che era luce e calore. Chiunque gli si ritrovasse attorno non poteva evitare di venire trascinato dal vortice che era Naruto. Risucchiava tutto e tutti nella sua visione del mondo e cambiava, e plasmava, tutto in forme diverse.

Iruka alzò lo sguardo, gli occhi gonfi e rossi puntati in quelli luminosi e vivaci di Naruto. Mosse la testa a far segno che non aveva voglia di mangiare. Kakashi si ricordò improvvisamente di qualcosa che Iruka gli aveva accennato un giorno mentre parlavano di mangiare. Non era stato generoso con i dettagli, ma aveva fatto riferimento al fatto di aver avuto problemi a mangiare per paura di sentirsi male. Lo aveva detto in maniera tanto contorta e vaga, che aveva afferrato il significato di quelle parole solo in quel momento.

"Oi Ruka! Devi mangiare qualcosa, non può rimanere a digiuno... Andrà tutto bene, ok?!" La voce di Kakashi era gentile, ma ferma. Fece segno a Naruto, che in quel momento lo guardava confuso, di girare Iruka per potergli parlare guardandolo in faccia. Si chinò per essere alla sua stessa altezza e gli prese le mani tra le sue. "Iruka... Io lo so che non vuoi mangiare perché hai paura di vomitare! Però non mangiando, farai solo di peggio. Devi mangiare e rimanere in forze."

Iruka lo guardava fisso in volto. Non sapeva ancora se fidarsi di quelle parole oppure no. "Andrà tutto bene! E se dovesse succedere qualcosa, ci saremo io e Naruto a prenderci cura di te, ok?!" Iruka sembrò convincersi almeno un po' ascoltando il tono sincero di Kakashi. Fece un segno di assenso. Era titubante, ma sembrava essersi convinto.

A quel punto, forte di quell'assenso appena ricevuto, Kakashi provò ad imboccarlo, ma appena arrivò con il cucchiaio vicino alla sua bocca, Iruka ritrasse la testa di scatto. Un gesto così brusco e rapido, che sorprese Iruka stesso. Si percepiva marcatamente osservandolo in viso, che stesse affrontando una battaglia interna contro se stesso. Una parte di lui voleva fidarsi delle parole di Kakashi e mangiare, l'altra continuava ad urlargli di non mangiare assolutamente nulla. Che se avesse mangiato qualcosa sarebbe stato male. Molto male! Non poteva permettersi di stare male ora. Era solo, i suoi genitori erano morti, nessuno sarebbe stato lì ad accudirlo.

Era terrorizzato. Cominciò a scuotere la testa sempre più forte, coprendosi la bocca con le mani. "Non devi mangiare. Non devi mangiare. Non devi mangiare." Non riusciva a pensare ad altro se non quello. La sola idea di dover mettere qualcosa in bocca aveva cominciato a disgustarlo, tanto era forte il disgusto, che gli organi interni cominciarono a rivoltarsi. Spasmi dolorosi, atti a buttar fuori qualcosa che non c'era. Il dolore era impossibile da sopportare. Gli veniva da piangere, non riusciva a respirare, gli sembrava che il mondo stesse vorticando troppo velocemente attorno a sè. Si sentiva morire.

Un altro attacco di panico. Questa volta scatenato dal cibo. Non ebbero nemmeno il tempo di calmarlo questa volta. In preda al panico Iruka, si liberò dall'abbraccio di Naruto e schivò Kakashi, si diresse verso la porta e scappò correndo via.

Iruka non aveva la più pallida idea di cosa stesse accadendo. Sentiva solo che doveva scappare, che doveva mettersi in salvo. In salvo da cosa non lo sapeva nemmeno lui. O forse sì...

Sì! La volpe a nove code, era lì. Doveva scappare. Sì scappare, ma dove? Dove si trovava? Non lo sapeva. Sapeva solo che doveva correre. Via da lì! Doveva andarsene...

Il cuore gli scoppiava nel petto e i polmoni gli bruciavano, un dolore estremo. Talmente tanto estremo, da annebbiargli la vista, da oscurargliela. Talmente tanto estremo da farlo svenire, lì immediatamente, nel mezzo del nulla, che forse non era nel mezzo del nulla, ma di questo lui non era sicuro.

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Kakashi e Naruto erano terrorizzati, non riuscivano a credere di essersi lasciati sfuggire Iruka, specialmente ora che era in quelle condizioni. Sarebbe potuto finire ovunque, sarebbe potuto succedergli di tutto. Kakashi aveva richiamato tutti i suoi ninken per poter trovare Iruka il prima possibile, prima che potesse succedergli qualsiasi cosa.

Con il loro aiuto, non ci volle molto a riprendere le tracce di Iruka. Pochi minuti ed erano diretti all'ospedale di Konoha, dove apparentemente Iruka era stato portato dopo essere svenuto a causa dell'attacco di panico.

Lì ad aspettarli, trovarono Sakura e Rock Lee. Stavano tornando a casa dopo un allenamento, quando avevano ritrovato il piccolo Iruka a terra privo di sensi. Sakura aveva dato i primi soccorsi sul luogo, ma aveva preferito portarlo immediatamente all'ospedale per ulteriori accertamenti. Lee si era offerto di accompagnarla.

Quando Naruto e Kakashi arrivarono a seguito dei ninken, Sakura si stava affaccendando attorno al letto d'ospedale sul quale si trovava il corpicino di Iruka. Accanto a lei, Lee la guardava affascinato. Era sempre uno spettacolo osservare Sakura lavorare. Tutta la sua dedizione e il suo talento la facevano brillare nel suo lavoro.

"Kakashi-sensei! Naruto! Che cosa ci fate qui?" Sakura era sorpresa di vederli lì. Durante l'ultima missione non si erano feriti, e non le sembrava di notare niente di fuori posto guardandoli. Doveva essere successo qualcos'altro, se si trovavano lì. Ora che lo guardava meglio però, quel bambino aveva un'aria veramente tanto familiare...

"Sakura! Grazie al cielo hai trovato Iruka!" Naruto si gettò su di lei abbracciandola, felice del fatto che fosse stata lei a trovarlo e a prendersene cura. Subito dopo si precipitò sul lettino per vedere come stesse il ragazzino. Un paio di lacrime che cercavano di sfuggirgli dagli occhi spaventati.

Iruka!

Fu in quel momento che Sakura cominciò a collegare i puntini. Attacco all'accademia, una persona coinvolta, niente è stato reso pubblico, Tsunade nel suo ufficio, più inavvicinabile del solito... Tutto aveva un senso adesso!

Spostò gli occhi enormi di sorpresa verso Kakashi. Era teso, preoccupato, triste... Un mix di emozioni dalla potenza devastante. Ad occhi meno esperti poteva sembrare il solito Kakashi di sempre, ma per chi come lei lo conosceva bene e sapeva leggerlo anche senza un tentativo di comunicazione, Kakashi era ad un passo dal crollare!

Vedendo la situazione, intuendo che la sua presenza avrebbe potuto complicare le cose, Lee decise di togliere il disturbo e dopo essersi congedato rapidamente, li lasciò soli in quella stanza d'ospedale. Sakura non si preoccupò, di quanto aveva appena visto e sentito, sapeva bene che Lee era perfettamente in grado di mantenere i segreti, specialmente se di questo calibro. Avrebbe aspettato di essere solo con lei per poter riprendere l'argomento eventualmente.

Appena rimasero soli, Sakura osservò il piccolo gruppo. I ninken di Kakashi, erano disposti attorno al lettino sul quale si trovava Iruka, con fare protettivo, anche loro tenevano molto a lui. Naruto si era chinato accanto a lui, gli accarezzava i capelli e il volto mentre permetteva ad un po' della preoccupazione accumulata di lasciare il suo corpo.

Kakashi anche sembrava molto più rilassato rispetto a quando erano arrivati. Si avvicinò a lui per poter sapere di più. "Kakashi-sensei... Che cosa è successo?" la sua voce era morbida, quasi una carezza in quel momento di preoccupazione comune. Sakura era spesso brusca nei modi di fare, ma col tempo aveva imparato a smussare il suo carattere nelle occasioni che lo richiedevano.

"So già dell'attacco all'accademia, anche se non ho molti dettagli. Tsunade è chiusa nell'ufficio da ore e non lascia avvicinare nessuno. Adesso capisco il perché..." le mancavano ancora molti dettagli, ma almeno non sarebbero dovuti partire dall'inizio.

"Iruka è stato colpito da un jutsu sconosciuto, lo ha riportato indietro all'età di 10 anni. Per questo Iruka, l'attacco di Kurama è un evento molto recente!" le parole gli uscirono di bocca rapide, come un fiume in piena. A Sakura sembrarono bastare per inquadrare la situazione per il momento. Avrebbe chiesto altro dopo i suoi accertamenti, ma per il momento queste informazioni erano sufficienti.

Fu sollevata nel riscontrare l'assenza di problemi dal punto di vista fisico, quello che la preoccupava era il lato psicologico. Le faceva uno strano effetto vederlo in quello stato. Era così piccolo e indifeso, non era abituata a vederlo così. Aveva sempre sostenuto tutti loro, con una forza d'animo invidiabile. Era un pilastro nella loro esistenza. Tutti i suoi alunni si erano formati a partire da lui, c'era un qualcosa di Iruka in tutti loro.

Quando tornò nella stanza, Iruka era sveglio. Abbracciava forte Naruto e Kakashi, mentre teneva il viso nascosto tra le loro spalle. "Iruka, ascolta! Non siamo arrabbiati... è tutto ok! Eravamo solo preoccupati." Kakashi continuava a parlargli con voce rassicurante, mentre gli accarezzava la schiena. Naruto aveva preso invece a canticchirgli qualcosa. Era un'immagine così tenera. Cercò di uscire il più in fretta possibile senza farsi notare, ma si erano già resi conto della sua presenza.

Non appena si rese conto della presenza di un'altra persona che non conosceva, Iruka si appiattì ancora di più contro i due in cerca di protezione. Naruto non riuscì a trattenere una risata "Ruka! Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Sakura è un'amica. Hai presente la dottoressa bravissima di cui ti parlavamo prima?! è lei!" la voce di Naruto era allegra e squillante come il solito. Sembrò dare un po' di coraggio a Iruka, che si staccò da lui per poter guardare meglio la nuova arrivata.

"Addirittura bravissima?! Ma quanti complimenti!" La sua voce era giocosa mentre si rivolgeva a Naruto e Kakashi. "Ben svegliato, Iruka-kun! Io sono la Dottoressa Haruno Sakura. Come ti senti?" La sua voce mentre parlava con Iruka era più dolce e pacata. Iruka spostava gli occhi da Sakura a Naruto e Kakashi spaesato, alla ricerca di una qualche conferma. Kakashi e Naruto gli fecero cenno di rispondere cercando di tranquillizzarlo.

Sentendosi rassicurato dai due, Iruka tornò con l'attenzione a Sakura che era rimasta in attesa osservando la scena, un sorriso dolce sul volto luminoso. "Mi sento meglio Sakura-sensei! Grazie! Scusi per il disturbo..." Iruka non riusciva a guardarla in volto, si osservava le mani che non riusciva a tenere ferme, finì la frase in un sussurro. Sembrava sentirsi in difetto per ciò che era accaduto.

Sakura sentì il cuore stringersi nel petto. Era così fragile... "Hey! Iruka-kun, guardami! Va tutto bene! Vogliamo solo assicurarci che tu stia bene. Sapresti spiegarmi cosa ti è successo questa mattina?" Mentre parlava, si avvicinò di più al letto sul quale Iruka sedeva. Appena finì di parlare Iruka cominciò ad agitarsi, abbassò immediatamente lo sguardo alle mani, che si muovevano sempre più freneticamente. Come temeva i danni non erano di natura fisica.

Sfortunatamente aveva già visto le stesse cose accadere ad alcuni bambini in seguito agli attacchi ai villaggi da parte dell'akatsuki. Quello che, affrontare un attacco di quelle portata, poteva fare alla mente dei bambini, la lasciava sempre molto amareggiata. Anche Iruka aveva aiutato a prendersi cura di quei bambini. Era il migliore volontario con il quale avesse mai lavorato, sapeva bene come comportarsi i bambini. Aveva pensato fosse perchè qin quanto maestro aveva avuto molta esperienza, ma adesso vedeva da dove derivassero le sue capacità.

Senza notarlo, aveva preso a graffiarsi le mani e le braccia. Sakura si sedette accanto a lui e gli prese le mani, per evitare che potesse farsi ancora più male. Dermatillomania. Era stato lui anni prima a spiegargli cosa fosse e come si chiamasse. Le mani di Iruka erano ghiacciate, in contrasto son il resto del corpo che invece era fin troppo caldo.

Si rese conto di quanto fossero fredde le sue mani, solo quando entrarono in contatto con quelle di Sakura, rabbrividì e portò gli occhi in alto ad incontare quelli della dottoressa di fronte a lui. Sentiva come un peso dentro di sè al solo pensiero di parlare di cosa gli fosse successo. Voleva parlare, ma ogni volta che provava ad aprire la bocca non ne usciva alcun suono. Non riusciva a parlare, non riusciva ad urlare, era come se qualcosa lo stesse strozzando dall'interno, impedendo alle parole di uscire e all'aria di entrare.

Sapeva di doversi calmare altrimenti avrebbe rischiato di sentirsi male come era successo poche ore prima. Cominciò a seguire le indicazioni che gli erano state date da Naruto la notte prima. Inspira. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7. Rilassati! Espira. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8. Inspira. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7. Puoi farcela Iruka! Espira. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8. Inspira. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7. Andrà tutto bene! Espira. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8.

Tutto attorno a se, il mondo aveva ripreso una forma definitiva, adesso riusciva di nuovo a vedere le sue mani in quelle di Sakura. Alzando lo sguardo poteva vedere il suo volto, girandosi Naruto e Kakashi, accanto a lui sul letto Bisuke e tutto attorno gli altri ninken. Si sentiva sollevato. Non poteva dire di stare bene, ma sicuramente stava meglio di prima. Adesso riusciva finalmente a respirare, ma non se la sentiva ancora di parlare.

Sakura sembrò capirlo, perchè lo aiutò a sdraiarsi e gli disse che avrebbero potuto parlare più tardi, quando si sarebbe sentito meglio. Iruka ci mise poco ad addormentarsi, si sentiva troppo stanco per poter fare molto, oltre al tenere con la mano la zampa di Bisuke.

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Non appena Iruka si addormentò Kakashi e Iruka uscirono dalla stanza per poter parlare con Sakura che era rimasta in attesa fuori dalla porta. "Immagino questa non sia la prima volta che succede a giudicare dallo stato in cui l'ho trovato." aveva un'espressione triste e stanca in volto.

"Da quando lo abbiamo portato a casa ieri pomeriggio questa è la terza, non sappiamo se prima del nostro arrivo ce ne siano state altre. Però ieri ha passato tutto il tempo a piangere e ha smesso solo quando si è addormentato." Kakashi aveva iniziato ad illustrare la situazione a Sakura, che lo ascoltava concentrata.

"Prima di addormentarsi ha rifiutato il cibo, pensavamo che fosse a causa della situazione... Ma questa mattina quando ha rifiutato di nuovo di mangiare, mi sono ricordato una cosa che mi aveva detto anni fa, al tempo non ero riuscito a capire bene di cosa stesse parlando. Mi aveva accennato qualcosa riguardo il non voler mangiare per paura di sentirsi male e vomitare. Ho provato a parlargli di questa cosa e sembrava anche essersi convinto, ma appena ho provato ad imboccarlo, si è ritratto bruscamente e gli è venuto un altro attacco di panico. Non abbiamo avuto il tempo di fermarlo ed è scappato. Il resto lo sai già..." Kakashi finì di parlare osservando Sakura, che sembrava essersi persa nei suoi pensieri, in riferimento a qualcosa che aveva detto.

"Sakura! Che succede?" era stato Naruto questa volta a parlarle. Aveva una strana espressione in volto come se avesse ricordato qualcosa di spiacevole, qualcosa di doloroso. Non era un'espressione che le si vedeva spesso in volto e di solito se la si vedeva era per qualcosa di serio.

La voce di Naruto la richiamò alla realtà. "Oh! Niente, niente! Però forse mi è venuta in mente un'idea!" L'energia che sembrava averla abbandonata in quel frangente, era tornata, così come il sorriso. "Facciamo una cosa. Io adesso torno a casa e mi vado a fare una doccia. Appena ho finito torno e vediamo come si sente Iruka!"

Naruto e Kakashi sentivano che c' era qualcosa che non andava, ma il tempo di un saluto e Sakura se n'era già andata, lasciandoli soli con le loro parole non dette.

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Quando Iruka si svegliò erano ancora tutti lì. Era così sollevato e felice che quasi gli veniva da piangere. In quel periodo in cui tutto ciò che amava sembrava sfuggirgli tra le dita come sabbia, poter avere qualcuno sul quale fare affidamento gli trasmetteva speranza.

"Iruka-kun! Come ti senti?" non era del tutto sicuro riguardo come rispondere a questa domanda, alzò lo sguardo per incontrare gli occhi di Sakura. La dottoressa aveva qualcosa di incredibilmente rassicurante, non sapeva bene il perché, ma sapeva che poteva fidarsi di lei. Era felice che a prendersi cura di lui ci fossero quelle persone.

"Meglio rispetto a prima! Grazie..." La sua voce era più decisa rispetto a prima. Ascoltare la sua stessa voce così decisa, lo bise di buon umore, tanto che un timido sorriso apparve sul suo volto.

Era la prima volta da quando avevano conosciuto quell'Iruka, che lo vedevano con un'espressione vagamente felice. Persino nel sonno la sua espressione era corucciata e triste. Sembrava potesse mettersi a piangere ed urlare in qualsiasi momento. Ma ora quel piccolo sorriso, sembrava dare un po' di speranza e sollievo a tutti, compreso Iruka.

"Che bella notizia Iruka-Kun!" La voce di Sakura era allegra e sollevata, come l'espressione di tutti i presenti. "Mi è venuta un'idea per festeggiare. Andiamo tutti insieme da Ichiraku Ramen." Sakura lo propose per testare la reazione di Iruka.

Sembrò incupirsi "Non possiamo, è chiuso... Dicono che Teuchi-san sia rimasto ferito..." non avevano pensato a quell'eventualità, si aspettavano un rifiuto di altra natura. Questa risposta li aveva sorpresi, ma a ben pensarci, si sarebbero dovuti aspettare qualcosa del genere. Sapevano che tipi di danni potevano causare gli attacchi al villaggio e avevano visto anche Kurama all'opera.

"Teuchi sta bene adesso. Ichiraku Ramen è di nuovo aperto! Non vedo proprio di tornarci, mi è mancato il ramen di Teuchi... Ti piace il ramen Ruka?" Naruto come al solito pieno di energie, era riuscito a riportare il buon umore. Iruka era così felice di sapere che Teuchi stesse bene, gli era molto affezionato. "È il mio piatto preferito!" La risposta di Iruka, sembrò alleggerire ancora di più l'atmosfera.

"Perfetto allora!" Naruto sollevò Iruka e se lo mise sulle spalle "Reggiti forte Ruka! Si parteeee!" Iruka soffocò un urlo, quando Naruto si mise a correre ancor prima di aver finito la frase. Con un po' più di calma seguirono Kakashi e Sakura accompagnati dai Ninken. Il buon umore di Iruka aveva reso tutti loro più rilassati. Era un po' più simile all'Iruka che erano da sempre abituati a vedere.

Non appena arrivarono da Ichiraku Ramen, Iruka cominciò a scalpitare per essere messo giù. Non appena Naruto se lo tirò giù dalle spalle, Iruka entrò di corsa nel locale. Era impaziente di vedere come stessa Teuchi, gli era mancato per tutto il periodo in cui era rimasto chiuso. Era da veramente troppo tempo che non parlava un po' con lui.

"Teuchi-san! Teuchi-san!" Iruka entrò nel piccolo locale, chiamando a gran voce il proprietario, che lo guardava incredulo. Non sentiva da anni quella voce e onestamente non si aspettava di risentirla ancora, dato che il proprietario di quella voce era cresciuto ormai da un bel po'. "Iruka-kun?!"
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